In questa quarta puntata della rubrica La stanza delle meraviglie di C. Pavese, Claudio Pavese presenta tre splendidi volumi illustrati da Mario Sturani negli anni Quaranta.

Alla fine del 1941 Giulio Einaudi decise di aprire una filiale romana della sua casa editrice con il coinvolgimento di Carlo Muscetta e di Mario Alicata. L’operazione perseguiva due scopi primari: quello operativo di curare la nascita e lo sviluppo della collana Universale, e quello, più politico, di instaurare e mantenere fattivi rapporti con i Ministeri dell’Educazione e della Cultura. Questo, per ottenere i nulla osta indispensabili alla stampa di ogni libro e soprattutto per sollecitare materiali utili all’attività editoriale: carta e cartoncini, inchiostri, filo refe e colle per la legatura, eccetera.

Il secondo obiettivo non era così semplice da raggiungere. Venivano difatti privilegiate le case editrici che operavano nel settore dell’editoria scolastica a scapito di quelle prive di questo comparto, come appunto l’Einaudi.

Come aggirare l’ostacolo?

Einaudi pensò di creare, strategicamente, una collana rivolta ai ragazzi che potesse sopperire, anche se parzialmente, alla mancanza di uno specifico segmento “scuola”. La collana fu intitolata Libri per l’infanzia e la gioventù.

Venne coinvolto Bruno Munari, “capofila di collana”, per dare lustro e legittimazione all’iniziativa. Non dimentichiamo che a quel tempo il designer milanese era il grafico ufficiale del rotocalco Tempo della Mondadori, rivista lautamente sovvenzionata dal Ministero e pubblicata addirittura in sette lingue straniere.

L’operazione della casa editrice torinese, così concepita, fece buona impressione. La risposta di  Giuseppe Bottai (Ministro dell’Educazione Nazionale) a Einaudi, quando gli fu presentato il piano di sviluppo della sede romana e l’iniziativa “ragazzi”, fu a dir poco incoraggiante.

Qui la riportiamo in sintesi: “…ma quella che più di ogni altra ha attirato la mia attenzione, anche perché investe più da vicino il settore di mia competenza, è l’iniziativa di creare una collana di libri per la gioventù e l’infanzia. Sono sicuro che, date le prove che avete fornito nello svolgimento degli altri vostri programmi editoriali, anche in questo darete testimonianza del vostro impegno e della vostra capacità e farete cosa utile e buona…”.

La nuova collana ragazzi di Einaudi

Dall’inizio, per la nuova collana furono messi in cantiere tre libri: Le macchine di Munari, gioiello di meccanica fantastico-surrealista; un libro non ancora ben definito della giovane, sconosciuta (ma talentuosa) Elsa Morante, ex illustratrice del “Corriere dei Piccoli”, che poi s’intitolerà Caterì dalla trecciolina; e un terzo libro, Caccia grossa tra le erbe, opera di Mario Sturani, amico fraterno di Cesare Pavese, entomologo e pittore e, a quella data, già direttore artistico alla “Ceramiche Lenci” di Torino. 

Si aggiungerà alla collana un’ulteriore opera-capolavoro di Munari, L’Abecedario, di cui parleremo in un altra puntata di questa rubrica.


Mario Sturani - Caccia grossa tra le erbe

Vorrei soffermarmi qui sull’opera di Mario Sturani, sicuramente caldeggiata da Pavese. Un’opera geniale nel suo genere che avvicinava i giovani al mondo degli insetti. 

In un volume di grosso formato (205×280) ricco di immagini sviluppate dallo stesso autore, Sturani proponeva a ragazze e ragazzi esercizi facili, a “portata di sguardo”, appena fuori la porta di casa. Insomma, un primo approccio al mondo dell’entomologia, senza pedanteria, anzi, giocando.

Questo fu il primo e unico volume che Sturani pubblicò con l’Einaudi. 

Da Einaudi a De Silva

Nel dopoguerra l’artista creò altri due volumi, sempre corredati da sue mirabili illustrazioni e caratterizzati dallo stesso intento pedagogico: Vita delle farfalle, ancora sul fronte dell’entomologia, e La luna che invece affrontava un argomento diverso, quello dell’astronomia.

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Sicuramente Sturani li propose ancora all’Einaudi contattando l’amico Cesare, ma la casa editrice aveva, a quel momento, chiuso con il settore “ragazzi”. Ormai, crollato il fascismo con i suoi ostracismi, si era liberi di pubblicare titoli ancora pochi anni prima sotto censura e gli editori facevano a gara per inserire nei propri cataloghi opere di Hemingway, Sartre, Steinbeck, Vercors…

Sturani quindi si rivolse a un’altra casa editrice: quella De Silva di Franco Antonicelli che nello stesso periodo pubblicava in prima edizione Se questo è un uomo di Levi, anch’esso rifiutato dall’Einaudi.  

E non è da escludere che sia stato lo stesso Pavese a consigliarlo in tal senso. Pavese aveva grande considerazione della De Silva e del suo direttore sotto la guida del quale aveva condotto le sue prime traduzioni in casa editrice Frassinelli. In una lettera a Fabrizio Onofri del settembre 1947 scriveva: “Antonicelli… è anche e soprattutto un fine umanista e dirige la Casa Editrice De Silva, che è una specie di Einaudi Editore anteguerra…”.

I due volumi furono pubblicati tra il 1947 e il 1948 e mi pare doveroso evidenziare due particolarità.

La luna, bisogna crederci per forza

La luna venne dedicato, a stampa, a Cesare Pavese.  In apertura del volume compare, disegnato da Sturani, l’arcano maggiore numero 18 dei tarocchi con tanto di luna e cani che abbaiano e, al di sopra, la dedica all’amico. Il libro risulta quasi un omaggio ai tempi giovanili, quando i due amici trascorrevano ore e ore nella Biblioteca Civica di Torino divorando i libri del popolare astronomo Flammarion. Non dimentichiamo, a tale proposito, che proprio allora, Pavese si fece disegnare da Sturani il suo ex libris raffigurante il pianeta Saturno.


Mario Sturani - La luna (frontespizio)

Seconda particolarità. Sturani nel 1947 pubblica La luna e la dedica a Pavese. Pavese nel 1950 come ultimo libro pubblica La luna e i falò. Una semplice coincidenza? Pare quasi un “botta e risposta”, come quello che negli anni Trenta aveva contrapposto alla lirica “I mari del sud” di Pavese l’affresco “I mari del sud” dell’amico pittore. Qui, con la luna si entra più nello specifico: all’indagine scientifica dell’uno si contrappone l’indagine ossessiva su credenze e tradizioni popolari dell’altro; tradizioni secondo le quali le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra hanno un’influenza decisiva sugli eventi umani, sia collettivi che individuali. 

E Pavese ne sapeva qualcosa, da autentico “saturnino” doc quale era…


Mario Sturani - I mari del sud

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