La stazione

La piccola stazione ferroviaria di Santo Stefano Belbo, oggi non più in funzione, era la porta sul mondo per chi viveva qui ai tempi del romanzo La luna e i falò

“Fu Nuto che mi disse che col treno si va dappertutto e quando la ferrata finisce cominciano i porti, e i bastimenti vanno a orario, tutto il mondo è un intrico di strade e di porti, un orario di gente che viaggia, che fa e che disfa, e dappertutto c’è chi è capace e chi è tapino.” 

Per gli inquieti come Anguilla, il fischio del treno sospende la realtà, accende l’immaginario, apre alla possibilità. 

“Così, certi giorni ch’ero nei beni, nelle vigne sopra la strada zappando al sole, e sentivo tra i peschi arrivare il treno e riempire la vallata filando o venendo da Canelli, in quei momenti mi fermavo sulla zappa, guardavo il fumo, i vagoni, guardavo Gaminella, la palazzina del Nido, verso Canelli e Calamandrana, verso Calosso, e mi pareva di aver bevuto del vino, di essere un altro, di esser come Nuto, di arrivare a valere quanto lui, e che un bel giorno avrei preso anch’io quel treno per andare chi sa dove.” 

Dove si trova