La stanza delle meraviglie di C. Pavese
Una rubrica mensile a cura del collezionista Claudio Pavese che svela curiosità e aneddoti a partire da rarità editoriali legate a Cesare Pavese.
Più che “collezionista di libri e documenti” Claudio Pavese preferisce in realtà definirsi un “archeologo dell’editoria” capace di raccogliere ovunque “cocci di carta” per ricostruire e divulgare avventure editoriali destinate, altrimenti, a restare nel limbo dell’indeterminazione e dell’oblio. Gli oltre settemila volumi della sua raccolta di libri, principalmente Einaudi, sono frutto di una vita di ostinate ricerche; ricerche che gli hanno consentito di definire i contorni di complesse vicende legate a protagonisti della storia dell’editoria italiana. La raccolta è, peraltro, oggi la più completa esistente sulla Casa editrice torinese. Pavese ha allestito mostre monografiche e relativi cataloghi: “Cesare Pavese. I libri” (Santo Stefano Belbo, 2008), “I Coralli Einaudi” (New York, 2008), “Giulio Einaudi. L’arte di pubblicare” (Milano, 2009), “I libri Einaudi, 1933-1983” (Milano, 2016), “Einaudi, Libri per ragazzi” (Milano, 2018). Ha pubblicato libri sull’avventura dell’antologia Americana, sul periodo del commissariamento dell’Einaudi (1944- 1945), sull’Abecedario einaudiano di Bruno Munari. Con Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese, ha curato la mostra “Pavese ospita Calvino”, inaugurata durante il Pavese Festival 2023 nella chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo di Santo Stefano Belbo per il centenario della nascita dello scrittore sanremese: guarda una clip dal suo intervento introduttivo.
Tutte le puntate della rubrica
Una raccolta “poverissima”
Claudio Pavese presenta l’opera omnia di Cesare Pavese “vestita” da Bruno Munari e pubblicata nel 1968.
Un marchio caro a Pavese
In questa settima puntata della rubrica La stanza delle meraviglie di C. Pavese, Claudio Pavese ripercorre la storia del marchio Einaudi col suo celebre struzzo.
Un’America un po’ amara
Claudio Pavese racconta le difficoltà e le amarezze che accompagnarono la prima traduzione integrale dall’inglese di Cesare Pavese.