La guerra di Spagna

Cambio di generalità

In questa nuova puntata della rubrica La stanza delle meraviglie di C. Pavese, Claudio Pavese conclude il racconto delle vicissitudini della casa editrice Einaudi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Riprendiamo il discorso delle “porcherie” pubblicate dal Commissario Paolo Zappa cui Pavese fa riferimento nella lettera a De Martino citata nella puntata precedente

Quale fu l’atteggiamento di Giulio Einaudi tornato al comando della Casa editrice dopo la Liberazione? Diciamo che quelle opere subirono un repentino cambio di generalità a seguito di una curiosa operazione “epuratrice”. 

Ma facciamo un passo indietro e vediamo come si giunse a questa drastica decisione. 

Una sgradita paternità

È utile, a tale proposito, leggere un passo del verbale redatto da Renata Aldrovandi (a quei tempi collaboratrice dell’Einaudi e in seguito seconda moglie di Giulio) il 10 maggio 1945, indirizzato da Milano al futuro marito, in quei giorni a Roma, dove dice: «…il maledetto Paolo Zappa ha pubblicato coi nostri caratteri e con la firma Einaudi un grosso malloppo intitolato Bùrja. Storia della Russia dal 1905 al 1942, che immaginiamo benissimo che cosa possa essere. Cerchiamo di far ritirare dalla circolazione questo osceno aborto…». 

E poi ancora un passo della lettera che Giulio Einaudi invia da Roma all’avvocato Giovanni Ferrari a Torino, appena qualche giorno dopo, il 16 maggio 1945: «…secondo me tutti i contratti [di] Zappa possono essere da voi impugnati, qualora non siano nella buona linea della Casa… i volumi di Zappa e le altre eventuali porcherie si potrebbero cedere in blocco al costo [di stampa] ad un libraio che si prestasse a figurare come editore. Nel caso, apportare le necessarie modifiche. Sospendere intanto le porcherie in corso di composizione e stampa…». 

E dal verbale Einaudi del 13 giugno 1945: «…Zappa e Gariazzo. I volumi verranno venduti come produzione di una fittizia Casa editrice, non più come Einaudi».

A questo punto si presero contatti con tipografi e librai torinesi disposti “a figurare” come editori. L’accordo si concluse con il libraio-editore Fiorini che acquisì l’intera giacenza dei volumi incriminati e si rese disponibile a incollare in copertina e in frontespizio, sopra la specifica “Giulio Einaudi editore”, la scritta “Fiorini Libraio Editore – Torino” in modo da occultare la sgradita paternità.

Ritrovamenti entusiasmanti

La produzione torinese decisa da Zappa durante il commissariamento, tuttavia, annoverava un altro titolo sgradito: Piccolo Zoo.

Era un libro fotografico rivolto ai ragazzi realizzato da Vittorio Zumaglino, amico di Zappa, responsabile, per l’ambito fotografico, del quotidiano torinese La Stampa.

Piccolo Zoo venne stampato in prima edizione il 25 aprile 1945 (data storica!) e in seconda edizione il 1° giugno 1945 dalla SATET. Probabilmente l’ordine di ristampa era stato dato alla tipografia poco prima del ritorno dei legittimi proprietari in casa editrice.

Anche per questo volume c’è una citazione velenosa nel verbale dell’Einaudi del 13 giugno 1945, quindi pochi giorni dopo la suddetta ristampa: «Zumaglino – Zoo: gli venderemo al costo [di stampa] tutte le copie del volume…».

Zumaglino, va detto, fu anni prima protagonista con Marziano Bernardi (critico d’arte, anche lui de La Stampa), di uno dei primi libri fotografici d’Italia, 100 istantanee, edito nel 1936 da Hoepli. Un’opera peraltro encomiabile nel panorama editoriale di Regime, così come non risulta assolutamente repellente, ancora oggi, Piccolo Zoo. Il semplice fatto che fosse “da Zappa concepito” però lo rendeva ovviamente inviso ai legittimi proprietari della Casa. Quindi anche questo libro subì l’onta della “ripecettatura”: in questo caso come Edizioni S.A.N. – Stamperia Artistica Nazionale di Torino.

Non mi fu facile reperire una copia di Piccolo Zoo utile per testimoniare tale camuffamento. Ma quando me ne capitò una sotto mano, in ottime condizioni, contattai un abilissimo restauratore che con santa pazienza riuscì a scollare la pecetta S.A.N. senza deturpare la copertina.
E, poco a poco, sotto la pecetta, comparve la scritta originale “EINAUDI”.

Fu un “ritrovamento archeologico” veramente entusiasmante di cui si ignorava l’esistenza anche in casa editrice.

Altre “squillanti” imprese editoriali

La produzione Einaudi relativa alle opere scelte da Zappa non fu mai citata nei cataloghi storici della casa, a partire da quelli famosi curati da Pavese (1948) e Calvino (1956), e neppure in quello del 1983 che, da un lato, commemorava i cinquant’anni di vita della Casa, dall’altro concludeva il periodo glorioso dell’Einaudi di Giulio Einaudi.

Va detto per correttezza che queste opere non furono le sole a essere “dimenticate”. Vennero omesse anche altre “concessioni al Regime” (poche a dire il vero) che l’Einaudi fu costretta a fare nel corso dei primi anni della sua storia.

La guerra di Spagna vol 1
La guerra di Spagna vol 2

Citiamo le più famose: l’Enciclopedia dei nostri combattenti coloniali fino al 1935 e una dettagliata Guerra di Spagna sviluppata in ben due volumi: il primo fino alla liberazione di Gijon, il secondo dalla liberazione di Gijon alla vittoria.

Tre “squillanti” imprese editoriali (in qualche modo obbligate) che videro come comune protagonista il Generale di Corpo d’Armata Ambrogio Bollati. Nientemeno! Quale onore!

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